- Dettagli
Roma, 16 feb. - "Come presidente dell'Omceo Roma ogni anno firmo centinaia di certificati per giovani medici che vogliono andare a lavorare all'estero, poichè ritengono che in Italia, per loro, non vi sia spazio". Lo ha denunciato il presidente dell'Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi, ospite del Tg5, nello spazio condotto da Luciano Onder.
Magi ha aggiunto che "per il nostro Paese si tratta di un danno duplice e di grandi proporzioni: da un lato il danno è economico, perchè la formazione di ogni laureato costa 41mila euro e, dunque, noi diamo agli altri Paesi, a 'costo zero', medici formati. L'altro danno è di tipo assistenziale-sanitario, perchè noi non abbiamo medici all'interno delle nostre strutture proprio perchè i giovani preferiscono andare altrove".
Secondo il presidente dell'Ordine dei medici di Roma e provincia "è opportuno rendere più attrattivo il Servizio sanitario nazionale, dare ai giovani maggiori possibilità di scelta, garantire retribuzioni a livello europeo, che sono quattro volte maggiori rispetto a quelle italiane, e dare ai medici maggiore riconoscimento come professionisti".
(Red)
- Dettagli
Roma, 14 feb. - "Quanto accaduto in Senato è sia inaspettato sia sconcertante. Purtroppo molto spesso lo Stato alle parole non fa seguire i fatti e nei momenti che contano, quando bisogna prendere decisioni importanti. Senza voler scadere nella retorica, sento il dovere di affermare che molti medici è come se fossero morti due volte: la prima per la malattia, la seconda per essere dimenticati dal proprio Paese". Il presidente dell'Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi, non nasconde la sua grande amarezza e delusione per quanto accaduto nell'aula di Palazzo Madama, dove è saltato l'emendamento al decreto Ristori che avrebbe dato un indennizzo ai familiari dei medici morti a causa del Covid-19.
Il presidente dell'Omceo Roma aggiunge che "si tratta di una situazione veramente paradossale. Abbiamo 369 colleghi, la maggior parte dei quali è deceduta nella prima fase della pandemia, quando andavano a curare i pazienti privi di qualsiasi protezione perché lo Stato non riusciva a fornirle. Nonostante questo, i medici hanno curato le persone, andando incontro consapevolmente a qualcosa che non si conosceva, senza avere la minima idea di come sarebbe andata a finire, poichè il Covid-19 era un nemico misterioso, invisibile e, lo abbiamo visto, estremamente aggressivo".
Magi prosegue: "Ritengo quindi più che doveroso che lo Stato dia un riconoscimento economico ai familiari dei medici deceduti, molto spesso purtroppo l'unica loro fonte di sostentamento.
Tirandosi indietro e voltandosi dall'altra parte, le istituzioni rischiano davvero di perdere l'occasione di dimostrare la propria riconoscenza a chi nel periodo peggiore è stato unanimemente definito 'eroe'. È davvero brutto vedere come in poco tempo i medici siano passati da figure meritevoli di applausi, di continue e giuste dichiarazioni di ringraziamento a una sorta di oblio della loro opera e sacrificio".
Il presidente dell'Ordine dei medici di Roma e provincia ricorda però che "questo si verifica anche per quanto riguarda il Pnrr: ci sono soldi, ad esempio, per chi deve costruire case della comunità, per quanti devono vendere attrezzature diagnostiche o di telemedicina ma per il personale non c'è nulla. La pandemia sembra non aver insegnato nulla. C'è la po' percezione diffusa di una politica errata, una politica che non vede prima ciò che bisogna preparare per il dopo, per prevedere e programmare al meglio. Uno Stato che non programma è uno Stato che poi manda allo sbaraglio i propri uomini. Come i medici che sono andati a sbattere contro il virus e in molti ci hanno rimesso la vita".
Magi sottolinea poi che "purtroppo questo accade spesso in Italia, non solo nel caso della pandemia. Vengono in mente altre situazioni nelle quali hanno perso la vita servitori dello Stato: ad esempio, ai caduti di Nassirya o agli uomini e alle donne delle scorte. Nel momento in cui in cui bisognava dare un segnale forte e concreto, nessuno si è ricordato di loro e del loro sacrificio. A parte il conforto, a parte le cerimonie, a parte le pacche sulle spalle, dopo non è accaduto nulla e per chi è rimasto, i familiari delle vittime non hanno mai potuto fare affidamento su alcun tipo di supporto".
Magi precisa che "spendiamo e buttiamo via molti soldi per tante cose che poi si rivelano discutibili. L'ultima è quella relativa all'ecobonus: c'è gente che ha truffato lo Stato per miliardi di euro e che non ha avuto alcun tipo di controllo. Poi, nel momento in cui ci troviamo a dover dare un ristoro alle famiglie di quanti hanno perso la vita per gli altri, i soldi non ci sono. Lo Stato non può davvero perdere l'occasione per dare una dimostrazione di essere vicino alle persone che lo servono".
Il numero uno dell'Omceo Roma dichiara, infine, che "domenica prossima, 20 febbraio, come presidente dell'Ordine parteciperò alla giornata degli operatori sanitari e alla cerimonia che ricorderà tutti coloro che hanno dato la propria vita per la salute di ognuno di noi. Guarderò negli occhi i politici presenti, per ascoltare quello che diranno dopo quanto accaduto in Senato. Voglio guardarli negli occhi".
(Fde/ Dire)
- Dettagli
Roma, 8 feb. - "Il superamento della curva è chiaramente un messaggio positivo che stiamo vedendo, anche perché la campagna vaccinale è andata bene e ci troviamo in una situazione favorevole. È altrettanto vero che il Covid ci lascia in eredità macerie ancora più voluminose rispetto al passato. Se prima c'era una situazione di liste d'attesa, di malati cronici non seguiti in maniera corretta poichè l'offerta era inferiore rispetto alla domanda, dopo il Covid-19 tutto questo si è amplificato". Lo dichiara il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
"Ora ci sono tanti malati cronici che non sono stati più curati ed assistiti- prosegue- e hanno peggiorato le proprie condizioni di salute, purtroppo alcuni in maniera anche definitiva perchè non c'è stata una corretta organizzazione sul territorio".
Secondo il numero uno dell'Omceo della Capitale "il futuro sarà innanzitutto legato al Decreto 71, che si sofferma sulla riorganizzazione del territorio. E altrettanto andrà fatto per il Decreto 70, perché anche l'ospedale deve essere riformato. Ma la riforma non deve avvenire in compartimenti stagni, considerando che ospedale e territorio devono essere un tutt'uno, perchè la sanità è un'unica entità, chiaramente con competenze differenti: pazienti che hanno necessità del ricovero e pazienti che, invece, non hanno il bisogno di essere ricoverati per essere poi seguiti".
Magi precisa poi che "nella medicina del territorio si lavora in equipe, bisogna dunque creare squadre del territorio che siano in grado di prendere in carico i pazienti cronici, gestendoli senza farli arrivare in ospedale, portando all'interno dei nosocomi solo quelli che hanno necessità di essere curati, in particolar modo sulle acuzie".
Il presidente dei camici bianchi capitolini sottolinea inoltre che "il Pnrr sta mettendo a disposizione strutture e macchinari ma il problema è che non prevede personale. E a breve, entro i prossimi tre anni, circa la metà dei medici attualmente in servizio andrà in pensione. Nel Pnrr non si parla di risorse economiche per quanto riguarda i medici e il personale e questo creerà, ovviamente, grandi problemi".
Magi invita poi a "non dimenticare che i medici italiani sono quelli meno pagati in assoluto in tutta Europa. Questo spinge molti giovani a non voler lavorare nel Servizio sanitario nazionale, ad andare all'estero e a mandare deserti molti concorsi. Dobbiamo rendere attrattivo il nostro Servizio sanitario nazionale e incentivare le assunzioni dei medici. È necessario potenziare la sanità territoriale e in questo momento lo possiamo fare".
Il presidente dell'Omceo Roma ricorda infine che "abbiamo gli specialisti ambulatoriali che mediamente lavorano 20 ore settimanali. Portiamo queste ore a 38, in modo da raddoppiare l'offerta e dimezzare le liste d'attesa. Nello stesso momento dobbiamo assumere medici in ospedale, perchè i nosocomi hanno necessità di turnover. Oltre ai finanziamenti importanti sul fronte della telemedicina e delle attrezzature ci deve essere il professionista: se non c'è il professionista stiamo solo buttando soldi, stiamo costruendo cattedrali nel deserto e non risolviamo il problema", conclude.
(Fde/ Dire)
- Dettagli
Roma, 1 feb. - "Il problema in questo momento è legato più che altro a interventi che hanno a che fare con l'attività ospedaliera, quindi operazioni chirurgiche o altro. Purtroppo l'attività ambulatoriale di consulenze specialistiche è bloccata ovunque, sia a livello ospedaliero che a livello ambulatoriale. Negli ospedali i reparti sono pieni e i medici sono impegnati nella gestione dei malati Covid, e quindi è chiaro che non possono fare anche attività ambulatoriale e nemmeno attività di terapia, che può essere chirurgica, oncologica o altro e che si svolge all'interno dei nosocomi, dove ora i letti sono occupati. Nel frattempo c'è una situazione che si sta trascinando da molto tempo, legata al fatto che numerose delle patologie croniche che in questo momento sono abbandonate si potrebbero tranquillamente gestire sul territorio". Lo afferma il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi.
Il numero uno dell'Ordine capitolino aggiunge che "in questi anni, purtroppo, per motivi probabilmente di natura economica o altro si è andata sempre più a depauperare la presenza di specialisti nelle Asl a livello territoriale. Per cui le persone che hanno necessità di una visita diabetologica, di controllo per uno scompenso cardiaco, oncologico o altro, devono essere ricoverate quando invece potrebbero essere gestite sul territorio, dove però non trovano soddisfazione perché i medici andati in pensione non sono stati sostituiti".
Non solo. Magi sottolinea che "gli specialisti che oggi operano all'interno di questi poliambulatori, lavorano con contratti a orario, non sono a tempo pieno, non hanno le 38 ore e in questo periodo lavorano con una media di 20 ore settimanali. È chiaro che avendo già gli specialisti, senza andarli a cercare da altre parti, in questa fase basterebbe portare tutti quanti a 38 ore. Così facendo si raddoppierebbe il numero di specialisti su territorio e già si dimezzerebbe l'attesa delle persone. Queste sono le soluzioni".
Magi poi prosegue: "Per quanto riguarda l'ospedale bisogna potenziare sia il numero di posti letto sia gli organici: medici, tecnici e infermieri. Altrimenti in una capitale come Roma, che ha un'utenza enorme perché ci sono persone che vengono a curarsi anche da altre parti d'Italia, nei momenti di crisi ma anche per eventi di altra natura, come ad esempio il Giubileo o le manifestazioni sportive, si corre il rischio di generare una situazione di posti letto insufficiente per quelle che sono le necessità della cittadinanza. Quindi, almeno per le aree metropolitane, le aree di alta specializzazione come Roma e Milano, è necessario creare quelle posizioni, quei posti letto adeguati a un determinato fabbisogno. Se le persone si ammalano devono avere la possibilità di essere sempre curate".
Magi spiega infine che "in questi giorni si sta lavorando per un accordo regionale, spero che la fine di questa situazione giunga in tempi brevi. So che le organizzazioni sindacali si stanno incontrando in Regione proprio per portare a termine alcune cose. L'assessore Alessio D'Amato è molto sensibile a questo problema, conosce perfettamente la situazione. È chiaro che in questo momento siamo tutti molto concentrati sul discorso Covid, ma non possiamo non pensare agli altri malati. L'assessore lo sa, stiamo lavorando per questo", conclude.
(Fde/ Dire)
- Dettagli
Roma, 20 gen. - "Sentenza o meno, ad oggi il medico ha la capacità, e deve averla, di visitare il paziente, perché esiste prima il malato e non la malattia, e questo tutti i medici lo hanno fatto durante questi mesi di pandemia. Al di là del Consiglio di Stato e del Tar, i medici ci sono stati". E' quanto ha dichiarato Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, ai microfoni di Radio Cusano Campus nel programma 'L'Italia s'è desta'.
"Ci sono varie tipologie di intervento- ha proseguito Magi- anche attraverso le Uscar che vengono attivate dal medico di famiglia a seconda del paziente e della sintomatologia. Ci sono però ulteriori distinzioni nelle cure domiciliari per i pazienti Covid: chi è vaccinato e chi non lo è, questi ultimi vanno trattati diversamente perchè non hanno protezione dal vaccino".
"In questi giorni dovrebbe essere firmato l'accordo con i medici di base, il famoso decreto 71- ha annunciato Magi- che governerà le case di comunità e le equipe di medici di diversa specialità che concorrono alla gestione della medicina territoriale. Il Pnrr ha dato la possibilità già ora per poter riorganizzare queste attività fondamentali sul territorio. Un esempio di cosa significa stare senza? La Lombardia, che è la più colpita dalla crescita dei casi, questo perché manca una medicina del territorio, anche se ci sono le delibere. Entro giugno la medicina territoriale dovrà comunque essere riorganizzata su tutto il territorio, in ballo ci sono 23 miliardi di euro- avverte il presidente dell'Omceo Roma- I medici, in ogni caso, sono liberi di fare prescrizioni, seguiamo però le linee guida sui farmaci a pagamento, in fascia di esenzione, o i farmaci non approvati".
Per quanto riguarda le visite a casa, Magi ha specificato: "I medici devono andare dal paziente ma durante la pandemia i numeri di richieste sono aumentate, per questo sono nate le Uscar, che hanno supplito a questo aspetto. I medici devono continuare a curare tutti i pazienti, ma se c'è qualche collega che non si è comportato in maniera corretta deve essere verificato. In questi anni però la medicina è stata ospedalocentrica e bisogna evitare di riportare di nuovo tutte le risorse sugli ospedali: la sanità è unica, territorio e ospedali insieme".
"I numeri regionali del Covid, per il Lazio, ci dicono che sulle terapie intensive siamo abbastanza stabili, salgono un po' i ricoveri, però stiamo riempiendo gli ospedali e questo significa che non riusciamo a curare le persone con le altre patologie" ha ricordato Magi.
Rispetto al tema dei medici non vaccinati, il presidente dell'Omceo Roma ha ammesso che ce ne sono "ma sono pochissimi. Il problema sono coloro, tra i colleghi, che rifiutano l'obbligo del vaccino e non il vaccino stesso. Il ministero della Salute ha dato accesso alla FnomCeo per verificare gli elenchi sui colleghi non vaccinati, ma noi riteniamo che questi dati non siano ancora verificabili e abbiamo chiesto quindi l'accesso all'anagrafe vaccinale. Sono sicuro che questo problema si risolverà velocemente, anche perchè da febbraio arriverà il Novavax, il vaccino proteico, che potrebbe convincere anche i pochi medici ancora restii" ha concluso Magi.
(Red)
- Dettagli
Roma, 19 gen. - "Tutti questi giochi sul conteggio a parte dei positivi asintomatici ricoverati, proposto da alcune Regioni, servono a complicare ulteriormente le cose che sono già complesse e a non prendere decisioni chiare ed inequivocabili". Lo ha affermato in modo netto Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma.
"Il problema del conteggio dei positivi è utile per la conoscenza del fenomeno epidemico: sicuramente possiamo distinguere i positivi asintomatici che sono ricoverati per altre ragioni, aggiungendo quindi un dato agli altri, rispetto a coloro che hanno sviluppato la malattia, quindi positivi ma sintomatici e che sono ricoverati in ospedale. Risultato atteso? La situazione sul campo non cambia, Pronto soccorso intasati e reparti ugualmente pieni- ha ribadito Magi- ed ai malati no covid si continua a negare o a ritardare l'accesso alle cure".
"Le Regioni così non possono cambiare la situazione della gestione dei positivi in termini assoluti nei dati dei ricoveri, possono solo aggiungere ulteriori dati statistici che sono importanti a livello epidemiologico ma a prenderci in giro cambiando il colore della Regione o, peggio, ad evitare che scatti in negativo il cambio di colore. Se le Regioni prendessero questa decisione, che spetta comunque al governo, non cambierebbe nulla sul campo, lì dove si combatte tutti i giorni la malattia ed in area medica verrebbero ricoverati soprattutto i pazienti positivi non vaccinati, con il grave rischio di sintomatologia e decorsi più lunghi e non sempre con prognosi favorevole. Se si volesse procedere in questo senso è evidente che lo sarebbe per evitare di prendere la decisione più semplice e diretta e cioè l'obbligo vaccinale più esteso, che poi è la direzione verso la quale alcuni altri Paesi stanno andando" ha concluso Magi.
(Org/ Dire)
- Dettagli
Roma, 18 gen. - "Gli studi dei medici di medicina generale stanno avendo molta pressione per i pazienti ammalati, anche quelli non Covid che devono essere assistiti, e le certificazioni da fare, oltre che per le minacce psicologiche che ricevono dalle persone che vogliono un'esenzione dal vaccino a tutti i costi, e che si presentano con il proprio avvocato. Queste minacce sono rivolte anche ai medici vaccinatori degli hub, il problema è che quando avviene negli studi dei medici di base i colleghi sono spesso soli, per questo ci siamo rivolti ai nostri legali". Lo ha detto Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, intervistato da 'Buongiorno Regione' su Rai 3, su quanto sta accadendo ai medici di famiglia.
I medici sono allo stremo. "Certamente i problemi- ha risposto in conclusione Magi- sono legati anche al sovraccarico sui medici dopo due anni di forte pressione dovuta alla pandemia, in ospedale e negli studi degli mmg, perché mancano le risorse umane nel Ssn per il ricambio necessario".
(Red)
- Dettagli
In riferimento alla polemica tra Fimmg e Omceo Roma su impegno dei mmg nel territorio si fa presente che le dichiarazioni di Guido Coen Tirelli, segretario Anaao Lazio, sono espresse a titolo personale e in alcun modo devono essere intestate all’Ordine dei medici di Roma.
Il presidente dell’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e Odontoiatri, Antonio Magi, parlando dei medici di medicina generale, ha più volte difeso la categoria denunciando le pessime condizioni dei colleghi che operano sul territorio che oltre a gestire l’80% dei pazienti COVID che non necessitano di ricovero continuano ad assistere tutti gli altri malati anche quelli che non possono ricoverarsi perché trovano i letti ospedalieri riservati per l’epidemia.
A tal proposito si riporta l’ultima dichiarazione in ordine di tempo ripresa dal sito sanitainformazione.it https://www.sanitainformazione.it/lavoro/medici-minacciati-per-esenzioni-vaccino-magi-ai-colleghi-riferite-ad-omceo-attivato-protocollo-dintesa-con-ordine-avvocati/ – in cui il presidente Antonio Magi definisce i MMG “Impegnati ventiquattro ore al giorno, dentro e fuori dal proprio studio, con visite e diagnosi che passano anche attraverso telefoni e computer. I medici di medicina generale sono vittime della confusione burocratica della pandemia e stanno affrontando un forte disagio professionale. Certificati di guarigione, prescrizioni e ricette mediche per esami e farmaci, nonché per i tamponi molecolari che nessuno vuole pagare privatamente, esenzioni da vaccini (se davvero servono) e non solo. Richieste continue dai pazienti che raramente considerano l’ammontare di lavoro del medico e arrivano anche alle minacce”.
Della polemica tra due sindacati non deve quindi in alcun modo essere investito l’Ordine provinciale di Roma dei medici chirurghi e Odontoiatri che è Ente sussidiario dello Stato e in quanto tale ha come unico interesse la tutela della salute dei cittadini e dei suoi iscritti. Tutti quanti, nessuno escluso siano questi medici di medicina generale, medici ospedalieri, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali interni.
Amareggia infine constatare che in questo momento, in cui la curva dei contagi da Sars Cov 2 sta riprendendo e le strutture sanitarie rischiano nuovamente di andare in affanno, si faccia polemica tra professionisti.
- Dettagli
Roma, 12 gen. - "Dobbiamo pensare che il virus ha delle varianti e la variante omicron del Covid-19 era già conosciuta per la sua alta contagiosità. Il fatto è proprio essere coperti dal vaccino, anche con la terza dose, che, anche se una persona dovesse risultare positiva, sicuramente risolve il problema con una sintomatologia generalmente abbastanza lieve, tranne che una persona soffra di patologie di altro tipo che, chiaramente, vanno a complicare la situazione". Così il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, ospite di 'Genetica oggi', condotta da Andrea Lupoli, su Radio Cusano Campus.
Magi ha proseguito spiegando che "se noi vediamo i numeri dei contagi di questi giorni in Italia, e mi riferisco ai positivi, rispetto a quelli che avevamo in passato nelle ultime due fasi, vediamo che in questo momento è il doppio, se non il triplo delle volte precedenti. Però se andiamo a vedere la situazione a livello ospedaliero per quanto riguarda i numeri delle terapie intensive e dei ricoveri, chiaramente ci rendiamo conto che la situazione è migliore".
Il presidente dell'Omceo Roma ha aggiunto inoltre che "non si può ancora parlare di virus endemico, ad oggi stiamo vivendo una situazione pandemica che poi si differenzia nel mondo. Ad esempio, non abbiamo contezza in questo momento della situazione della variante omicron nei Paesi orientali. È chiaro che per il futuro l'andamento sarà quello relativo a una infezione che diventerà endemica, come l'influenza stagionale".
Magi ha sottolineato, però, che "avere oggi strumenti come il vaccino per prevenire, come facciamo con l'influenza, ed avere strumenti per curare i pazienti, come gli antivirali e le terapie monoclonali, ci garantisce una situazione nettamente migliore rispetto a quando tutto ha avuto inizio".
Secondo il presidente dell'Ordine dei medici di Roma "è fondamentale far girare il meno possibile il virus per eliminare molte varianti, altro motivo per cui è molto importante la campagna vaccinale".
In merito a possibili lockdown mirati, su base regionale o 'cuciti a misura' sulle grandi città, Magi ha affermato che "non sempre la teoria e la pratica vanno di pari passo. Noi abbiamo indicazioni teoriche molto importanti e che dobbiamo consigliare sotto l'aspetto sanitario. Da quel momento bisogna metterle in pratica. Però sappiamo poi che il Servizio sanitario in questo momento è in sofferenza per la mancanza di operatori: non possiamo curare altri pazienti se non quelli Covid perchè vanno ad occupare spazi e posti letto, non possiamo fare interventi chirurgici, non possiamo realizzare molte di quelle cose che avremmo potuto fare".
Il presidente dell'Omceo Roma ha quindi precisato: "È chiaro che se ci chiudessimo in casa come abbiamo fatto la prima volta il virus sparirebbe. Ma non si può richiudere il Paese. Oggi abbiamo sicuramente condizioni migliori e possiamo controllare il virus. Con i dati alla mano, solo in situazioni particolari e straordinarie, il lockdown locale può essere una soluzione ma non è certamente una ricetta che possa valere su tutto il territorio nazionale".
Il Lazio è tra le regioni che nei prossimi giorni rischiano di tingersi di 'arancione'. "Io ritengo che in questo momento la situazione sia ancora sotto controllo- ha osservato- anche se la situazione è piuttosto pesante. Ce lo dicono i colleghi, che al lavoro sono stremati". E, purtroppo, a volte anche sottoposti a violenze fisiche e psicologiche. "Molti vengono minacciati da pazienti, accompagnati dai propri avvocati, che chiedono garanzie sull'esito della vaccinazione- ha detto Magi- Fortunatamente c'è una grande collaborazione tra l'Ordine dei medici di Roma e l'Ordine degli avvocati di Roma, perchè l'etica non vale solo sulla parte medica ma su tutte le professioni".
Per Magi "dobbiamo tutti quanti abbassare i toni. Abbiamo un problema comune che si chiama Covid. Possiamo risolverlo tutti quanti insieme. Rispettiamo le regole, anche chi è positivo e non è malato, visto che la maggioranza non ha infatti sintomi.
L'importante poi è andare a coprire il più possibile tutte le persone con la vaccinazione, per trasformare quindi la pandemia in una endemia che ci porteremo avanti per i prossimi anni. Il vaccino per l'influenza che facciamo ogni anno, per esempio, non è mai lo stesso di quello dell'anno precedente".
Per Magi comunque la ricetta per uscire prima dal Covid è una: "Fino a quando l'obbligo vaccinale non sarà esteso a tutti, è evidente che molti potranno continuare a fare il tampone per recarsi al lavoro o per svolgere determinate attività. Credo si debba avere il coraggio di prendersi tutti quanti le proprie responsabilità e dire che oggi c'è una situazione che possiamo risolvere con la copertura vaccinale. Così come stiamo facendo per gli ultra cinquantenni possiamo farlo per gli altri, affermando che c'è l'obbligo vaccinale".
Infine, il presidente dell'Omceo Roma ha tenuto a ricordare che "il vaccino, oltre a servire a noi stessi, serve per quanti non si possono vaccinare. Si tratta di persone che hanno patologie particolari che non gli consentono di vaccinarsi: si tratta di garantire gli immunodepressi, i 'fragili'. Noi dobbiamo tutelare tutti, anche chi non può vaccinarsi davvero".
(ascolta l'intervista di Magi)
(Red)
- Dettagli
Roma, 11 gen. - "A livello sanitario vedremo gli effetti a breve, più o meno quindici giorni, della riapertura delle scuole.
Effetti che possono essere ridotti in modo importante se studenti e personale scolastico, in particolare, si vaccinano al più presto. Con la copertura vaccinale la scuola lavora in sicurezza". E' Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, a spiegare cosa attendersi dalla ripresa delle lezioni dopo la pausa natalizia, nel pieno della crescita dei nuovi casi di Covid-19.
"Nel Lazio le vaccinazioni sui bambini 5-11 anni e 12-19 anni stanno andando molto bene, ma vi sono bassi numeri assoluti in Italia- mette in guardia Magi- Questo a causa dei dubbi e dei timori dei genitori, ai quali va spiegato ancora una volta quanto sia importante questa immunizzazione, non solo per i bambini e i ragazzi, ma anche per tutti coloro che non si possono vaccinare, persone fragili che finiscono in terapia intensiva". Per questa ragione, aggiunge il presidente dell'Omceo Roma, "ben venga l'obbligo vaccinale per gli over 50, perché è la fascia che più rischia di finire, come alcuni soggetti fragili, in intensiva. E credo che l'obbligo vada portato al più presto dai 40 anni, del resto l'obiettivo corretto è rendere obbligatorio il vaccino per tutti".
Un'immunizzazione che aiuterebbe i servizi sanitari, sotto pressione già ora e che saranno ancora più saturi nelle prossime ore, come spiega Magi: "Già adesso stanno arrivando tante persone, tutte insieme in ospedale e questo crea problemi, ci sono le file delle ambulanze e stiamo riducendo la cura degli altri malati; situazioni che abbiamo già vissuto nelle precedenti ondate ma che ora amplificano il loro impatto perchè i sanitari sono stremati da due anni di pandemia- sottolinea- e per i quali va organizzato il giusto turnover, perchè molti andranno in pensione ma pochi subentreranno. I medici infatti scappano dal Servizio sanitario nazionale per diverse ragioni, tra queste il fatto di ricevere un quarto della remunerazione che i colleghi ricevono negli altri Paesi europei, dove peraltro il numero di medici ed infermieri è persino maggiore".
Medici che, anche al di fuori degli ospedali, lavorano con molta pressione, spiega ancora Magi: "I medici di base non ce la fanno più, anche perchè devono gestire alcuni passaggi burocratici, ma soprattutto perchè i malati sono tanti e sono messi in estrema difficoltà dalle richieste di esenzione delle persone che non vogliono vaccinarsi, che minacciano persino i colleghi e si recano all'hub vaccinale con i propri avvocati".
Un quadro con molte ombre a cui si aggiungono anche le mancanze della medicina territoriale, secondo Magi: "I casi che vediamo in forte aumento in Lombardia sono frutto di questa sanità territoriale che non è stata potenziata, per quanto la delibera per la riforma sanitaria sia stata fatta da poco tempo. Nel Lazio a livello territoriale la medicina sta funzionando, le cure domiciliari sono portate avanti, ma in Lombardia i cittadini non hanno ambulatori dove andare e per una problematica che potrebbe essere gestita a livello ambulatoriale- denuncia infine il presidente dell'Omceo Roma- deve recarsi in ospedale e magari ne esce con il Covid".
(Org/ Dire)
- Dettagli
Roma, 23 nov. - "Sicuramente le risorse del Pnrr possono andare nell'ambito strutturale, come le case e gli ospedali di comunità, ma quello che ci preoccupa in particolare è la mancanza assoluta di professionisti. Non si è infatti pensato al personale, che dovrebbe poi utilizzare gli strumenti tecnologici". Lo dice il presidente dell'Ordine medici di Roma, Antonio Magi, in occasione della presentazione del report di Salutequità dal titolo 'Il piano nazionale della cronicità per l'equità', ospitata nella sede dell'agenzia Dire.
(guarda l'intervista completa a Magi)
Red
- Dettagli
Roma, 16 nov. - "I numeri stanno sicuramente aumentando, ma dobbiamo fare sempre riferimento a quelli dello scorso anno quando la speranza era quella di restare in zona gialla mentre ora il solo pensiero di entrarci sta diventando un dramma. E questo già ci deve dare l'idea che grazie alle vaccinazioni abbiamo una situazione di grande miglioramento". Così Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei Medici di Roma, intervistato da Elisa Di Iorio e Riccardo Protani nel programma 'Gli Inascoltabili' su New Sound Level.
"Il Covid non è che non c'è più- ha proseguito- siamo nella quarta ondata e per poter vivere in modo quasi normalmente come stiamo facendo oggi dobbiamo avere la consapevolezza di comportarci in modo adeguato: l'uso importantissimo delle mascherine al chiuso ma anche nei luoghi pubblici all'aperto come allo stadio, dobbiamo stare attenti e continuare la campagna vaccinale specialmente con chi può fare la terza dose per mantenere costante la situazione attuale evitando di mettere in crisi il servizio sanitario nazionale con le terapie intensive piene e gli ospedali ingolfati perché noi medici dobbiamo avere la possibilità di curare tutti i pazienti quelli col covid e quelli con tutte le altre malattie, perché quando abbiamo chiuso abbiamo creato delle problematiche importanti ai pazienti per esempio per quello che riguarda l'oncologia e in particolare la prevenzione lo stop ha creato diagnosi molto tardive che ha causato grandi problemi ai pazienti per la loro salute ma anche al servizio sanitario in termini di occupazione di posti letto. Bisogna portare avanti anche la campagna di vaccinazione anti influenzale perché rischiamo di avere dei numeri importanti di ricoveri che affolleranno gli ospedali sia per il Covid che per l'influenza".
"In questo momento non abbiamo ancora l'autorizzazione da parte di Ema e dell'Aifa per la vaccinazione al di sotto dei 12 anni- ha aggiunto Magi- Negli Stati Uniti l'ente preposto le ha già date, ci sono delle evidenze scientifiche che dimostrano l'importanza della copertura anche per questa fascia di età.
Vediamo cosa diranno Ema e Aifa guardando i numeri di queste sperimentazioni, sicuramente una copertura vaccinale più ampia chiaramente tutela la riduzione della diffusione, fortunatamente i più piccoli sono quelli che si ammalano di meno ma sono dei super diffusori e far ammalare chi non si è vaccinato e quelli che non si possono vaccinare. Noi ci vacciniamo anche per coloro che non possono farlo ed i bambini possono fare lo stesso, nulla in contrario se ci diranno, e penso che ce lo diranno, che il vaccino agli under 12 si potrà fare".
"Noi ci dovremo abituare a vaccinarci una volta l'anno, come accade con l'influenza, non appena la situazione pandemica sarà sotto controllo" ha concluso il presidente dell'Omceo Roma.
(Red)
- Dettagli
Roma, 16 nov. - "Sta per uscire la norma sull'obbligo del richiamo vaccinale (terza dose) per i sanitari. Purtroppo in Italia è meglio specificare. Molti colleghi hanno già fatto il richiamo e i contagi tra gli operatori si stanno mantenendo costanti, non c'è quindi una crescita esponenziale. Comunque la maggioranza dei sanitari vaccinati sono asintomatici o con sintomi lievi, non severi, pochissimi presentano sintomi più importanti. Il vaccino funziona". Lo ha detto Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma.
"Il 70% dei ricoverati nelle corsie o in terapia intensiva negli ospedali sono persone non coperte dalla vaccinazione- ha poi specificato- tra questi purtroppo vediamo molti ultra 80enni che non hanno fatto il vaccino gran parte di questi perché mal consigliati. Poi ci sono coloro che hanno ricevuto una sola dose o chi è stato vaccinato da più di sei mesi"".
Una situazione che appare quindi sotto controllo, ma che costringe la sanità a ridurre le proprie attività in vista di una probabile crescita dei ricoveri. "Con l'aumento dei casi si sta ampliando il numero di posti letto da mettere a disposizione e riservare ai malati Covid- ha detto il presidente dell'Omceo Roma- Si stanno chiudendo in parte dei reparti e ci stiamo preparando alla possibile crescita dei posti in Terapia intensiva tutto a discapito degli altri malati. Non siamo fortunatamente per ora in una situazione critica- ha osservato Magi- ma serve continuare ad assumere alcuni comportamenti per evitare un peggioramento netto: vaccinarci innanzi tutto per chi non l'ha ancora fatto, fare il richiamo con la terza dose se abbiamo superato i sei mesi dal completamento del vaccino, continuare a mantenere ancora il distanziamento, sanificare spesso le mani e indossare le mascherine nei luoghi chiusi, ma anche all'aperto in caso di assembramenti come ad esempio allo stadio o se si partecipa ad eventi con tanta gente; fare un Natale senza restrizioni dipende solo da noi".
(Org/ Dire)
- Dettagli
ROMA – “Non vedo dati da colore giallo, ma potrebbe succedere e quindi bisogna essere prudenti. Certo, se non si fossero cambiati gli indicatori per portare una Regione da un colore all’altro, ovvero se non si fosse passati da Rt e incidenza a ospedalizzazioni e terapie intensive, il Lazio sarebbe ora in zona gialla”. Così Antonio Magi, presidente dell’Ordine dei medici di Roma, parla con l’agenzia Dire del rischio che con la risalita dei casi Covid scattino alcune restrizioni.
I FATTORI CHE INFLUISCONO SULL’AUMENTO DEI CONTAGI
“Attualmente – spiega Magi – abbiamo davanti questo scenario: il virus si attiva con il freddo, i comportamenti sono più rilassati, si va allo stadio senza mascherine, pochissimi ristoratori controllano il green pass, le scuole sono tutte riaperte già da diverso tempo. Tutti questi fattori incidono nel fare aumentare i contagi. Pochi finiscono in ospedale grazie al vaccino, ma con l’influenza stagionale ci sarà comunque un aumento degli accessi ai Pronto soccorso e bisogna evitare che ci siano sovraffollamenti e gli operatori sanitari vadano in affanno”.
“VACCINO PER TUTTI, ANCHE PER I BAMBINI”
E allora, secondo Magi, la soluzione è solo una: “Facciamo le terze dosi a tutti entro Natale, ma anche il vaccino ai bambini sotto gli 11 anni appena possibile. Indossiamo le mascherine al chiuso e all’aperto dove ci sono molte persone, come allo stadio, effettuiamo i controlli sul green pass, intensificando anche quelli alle frontiere, come nei porti e negli aeroporti, perché ci sono arrivi anche da Paesi che sono in una situazione drammatica per contagi e casi ospedalizzati. In poche parole, dobbiamo essere coscienziosi”.
LEGGI ANCHE: Negli Usa via libera al vaccino Pfizer per bambini 5-11 anni
“VACCINO OBBLIGATORIO ANCHE PER RISTORATORI E COMMERCIANTI”
Il presidente dell’Ordine dei medici di Roma suggerisce un’altra strategia: “Aggiungo che bisognerebbe rendere obbligatoria la vaccinazione anti-Covid anche per coloro che sono esposti per motivi di lavoro, come i ristoratori e i professionisti che hanno attività commerciali”.
(Fonte «Agenzia DiRE» «www.dire.it»)