La necessità di prorogare la scadenza dei termini per completare la presentazione per via informatica della documentazione relativa all'attività degli studi medici è stata al centro del confronto tenutosi ieri sera tra Regione Lazio e rappresentanti degli ordini professionali della categoria medica delle cinque provincie del territorio. In particolare, l'Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi di Roma ha chiesto di prorogare dal 31 agosto prossimo al 31 dicembre 2012 il termine. "A tale proposito abbiamo riscontrato disponibilità da parte degli organi della Regione che hanno preso atto delle nostre osservazioni", ha dichiarato a conclusione dell'incontro il presidente dei camici bianchi capitolini, Roberto Lala.

 

Per l'Ordine di Roma, infatti, occorre ancora più tempo affinché i medici acquisiscano la competenza utile per procedere autonomamente all'inserimento della documentazione sulla piattaforma informatica della Regione Lazio, nonché per superare alcuni perduranti problemi tecnici di questa procedura.

"Ciò anche per evitare che, come sta accadendo, il medico sia costretto a ricorrere ai servizi offerti da varie agenzie e intermediari a costi piuttosto elevati – ha sottolineato Lala – con un ulteriore aggravio economico per chi intende svolgere privatamente e in un suo studio l'attività professionale. Va evitato, quindi, che questa procedura burocratica, oltre a favorire l'innovazione amministrativa, finisca col favorire a latere una sorta di speculazione da parte di soggetti terzi. Su questo aspetto la Regione ha mostrato grande attenzione".  

Altro aspetto della questione portato sul tavolo del confronto è stato quello della necessità di fare, definitivamente, chiarezza sui requisiti richiesti dall'attuale normativa per svolgere l'attività di studio medico, distinguendoli da quelli richiesti per quella di ambulatorio, soggetto ad autorizzazione anziché a semplice comunicazione. "Troppe volte un nostro iscritto che apre un suo studio si è trovato a subire verifiche e sanzioni per delle ambiguità normative che si prestano a interpretazioni diverse, persino da parte dei NAS che effettuano i controlli", ha ricordato il presidente dell'Ordine di Roma. "Anche su questo delicato punto abbiamo avanzato ieri in sede regionale le nostre osservazioni e chiesto, con la dovuta fermezza, un intervento chiarificatore e risolutivo dell'annosa questione. Devo dire che anche in questo caso ho trovato una controparte attenta e disponibile ad affrontare insieme il problema, per risolverlo in tempi brevi."