In risposta alla nuova aggressione subita ieri nella Capitale da un medico, questa volta nell'Ospedale Sandro Pertini, l'intero Consiglio direttivo tramite il suo Presidente, Roberto Lala, rivolge un monito alle istituzioni preposte alla Sanità e, al contempo, un appello alle associazioni di pazienti e cittadini a fare fronte comune contro scelte politiche giudicate dannose e fonte di esasperazione dei pazienti e dei loro parenti, nonché lesive della professionalità medica.

"Da anni il nostro Ordine ha lanciato l'allarme su una situazione che andava e va sempre più degenerando, avvertendo che era già stato superato il livello di guardia", ricorda Lala. "Ora non serve ribadire che come medici siamo stanchi e che così non si può andare avanti. Siamo un Organo ausiliario dello Stato posto a tutela dei cittadini e della professionalità della nostra categoria: abbiamo il dovere e il diritto di opporci concretamente a scelte organizzative e finanziarie che penalizzano i pazienti, esasperano i loro congiunti e trasformano i medici e il personale infermieristico in capri espiatori."

Secondo l'Ordine capitolino si è ormai passati a una situazione di grave pericolo, sia per il personale che opera nelle aree di emergenza dei nosocomi sia per i pazienti, ai quali è sempre più difficile garantire un'adeguata assistenza a causa degli organici drasticamente ridotti, del dilagante precariato e di strutture ricettive inadatte.

"Con i continui tagli orizzontali, illogici e ingiusti, il Ministero della Salute e la Regione stanno innescando una bomba sociale. Non è accettabile che, anche in un contesto di grave crisi economica, il diritto alla salute venga messo in discussione",  avverte il Presidente dei camici bianchi romani.


comunicato omceo roma su aggressione al pertini