"Da anni il nostro Ordine ha lanciato l'allarme su una situazione che andava e va sempre più degenerando, avvertendo che era già stato superato il livello di guardia", ricorda Lala. "Ora non serve ribadire che come medici siamo stanchi e che così non si può andare avanti. Siamo un Organo ausiliario dello Stato posto a tutela dei cittadini e della professionalità della nostra categoria: abbiamo il dovere e il diritto di opporci concretamente a scelte organizzative e finanziarie che penalizzano i pazienti, esasperano i loro congiunti e trasformano i medici e il personale infermieristico in capri espiatori."
Secondo l'Ordine capitolino si è ormai passati a una situazione di grave pericolo, sia per il personale che opera nelle aree di emergenza dei nosocomi sia per i pazienti, ai quali è sempre più difficile garantire un'adeguata assistenza a causa degli organici drasticamente ridotti, del dilagante precariato e di strutture ricettive inadatte.
"Con i continui tagli orizzontali, illogici e ingiusti, il Ministero della Salute e la Regione stanno innescando una bomba sociale. Non è accettabile che, anche in un contesto di grave crisi economica, il diritto alla salute venga messo in discussione", avverte il Presidente dei camici bianchi romani.