Le “gogne” mediatiche rischiano di inquinare la ricerca della verità
Vogliamo sia fatta piena luce sulla triste vicenda del povero Stefano Cucchi che ha suscitato enorme allarme nell’opinione pubblica. Ribadiamo, come da Comunicato stampa del 5 novembre u.s., che eventuali colpevoli, sia che indossino una divisa o un camice debbano essere perseguiti con determinazione e scontare “effettivamente” la pena, se condannati.
Le strumentalizzazioni, le superficiali esternazioni, la diffusione via internet anche di atti riservati quali addirittura foto dell’autopsia, cartella clinica e stralci di verbali, configurano di fatto un vero e proprio processo mediatico tendente a determinare, nell’opinione pubblica, preconcette sentenze di colpevolezza. Tutto ciò nulla ha a che vedere con il sacrosanto diritto della famiglia di Stefano Cucchi e dell’intera collettività di perseguire la ricerca della verità, ma appartiene a un modo di essere tipico di quei Paesi privi di Democrazia, in cui atroci delitti vengono commessi per soddisfare bramosie di vendetta a tutti i costi e senza che i presunti colpevoli possano esercitare il loro sacrosanto diritto a sostenere la propria innocenza.
Il Direttivo dell’Ordine ha deciso, anche in seguito ai provvedimenti della Direzione Generale della Asl RM/B (Ospedale Pertini), di riunire in seduta straordinaria il Consiglio per il giorno 23 novembre p.v. e di inviare contestualmente una convocazione, per acquisire chiarimenti, ai propri iscritti Sen. Ignazio Marino e rispettivamente Direttore Generale e Direttore Sanitario ASL Roma B, Dott.ssa Flori Degrassi e Dott. Antonio D’Urso.
Roma 19 novembre 2009